Curiosità ed informazioni per chi sale oltre i 3.000 metri di quota Molti
viaggi in zone geografiche particolari prevedono rapide salite in quota senza
poter dare all’organismo il tempo di acclimatarsi. Sono per lo più salite in
jeep o aereo, ma non solo. L’esempio più tipico è rappresentato sull’altopiano
tibetano dove si passa in poche ore dai 2000 ai Un
buon acclimatamento è caratterizzato dall’assenza di disturbi e da un buon
sonno notturno. Le urine devono essere chiare e abbondanti. Se è presente anche
solo un leggero mal di testa o un po’ d’insonnia già significa che non vi state
acclimatando bene. Se c’è anche inappetenza, nausea o vomito si può parlare a
tutto diritto di mal di montagna! E’
fondamentale dare importanza a questi primissimi sintomi senza accampare scuse.
Cosa devono fare i viaggiatori che vanno in quota, magari dovendo anche salire
rapidamente? Li dividerei in tre gruppi. 1) Il primo comprende coloro che sono già stati molto in
alto e non hanno avuto il ben che minimo problema. Sono dei fortunati “rapidi
acclimata tori” ai quali riservo solo i consigli generici validi per tutti: non
bere alcolici, assumere molti liquidi, non sforzarsi troppo nei primi giorni.
Sono solo il 25% della popolazione. 2) Il secondo e più cospicuo gruppo è rappresentato da
quei viaggiatori che hanno già sperimentato il malessere della quota. Magari
solo un po’ di mal di testa, d’insonnia o peggio di nausea o di stanchezza
eccessiva, uniti ad uno strano gonfiore a mani e viso…Non trascurate questi
primi sintomi, tutti infatti sono capaci di farvi notare che state male quando
ormai vomitate e procedete barcollando. Questi “lenti acclimatatori” dovrebbero
aiutarsi iniziando a prendere il Diamox almeno 24 ore prima del balzo di quota
(una compressa al mattino ed una la sera x 5/6 giorni. Il dosaggio ridotto di ½
cpr per due volte al dì è a mio avviso meno efficace. Si tratta di un blando
diuretico che, in questo caso, non si usa come tale, ma per il suo collaterale
effetto acidificante che contrasta alcalosi, sempre presente in alta quota. E’
un prodotto innocuo che può causarvi solo un po’ di formicolio alle dita, ma
che vi aiuterà molto. Se ne deve astenere solo chi è sicuramente allergico ai
sulfamidici. Si può associare ad altri farmaci come antimalarici, antibiotici
ed analgesici/antinfiammatori. 3) Infine il terzo gruppo è rappresentato da tutti quelli
che non sono mai saliti molto e non sanno se staranno male oppure no. Purtroppo
non ci sono sistemi semplici per prevederlo. Questi viaggiatori potranno stare a
vedere cosa succede ed iniziare il Diamox (a dosaggio pieno) non appena
compaiono i primissimi sintomi. Il beneficio ci sarà comunque, ma sarà meno
evidente e rapido che con la prevenzione. Oppure, se temono si star male o non
vogliono correre il rischio di rovinarsi il viaggio, potranno iniziare a
prendere il prodotto a dosaggio ridotto per passare eventualmente a quello
pieno sempre alla comparsa dei primissimi sintomi. A conferma del grande aiuto
che offre questo farmaco cito un caso che ho osservato di frequente.
Partecipanti che iniziarono a prenderlo e stando bene lo sospendono dopo un
paio di giorni. Solo per affrettarsi a riassumerlo per il grande disagio che
segue la sospensione! Ricordo
che né la forma fisica, né l’allenamento, né le ascensioni precedenti
migliorano la capacità di adattarsi all’altitudine. Tale capacità sembra
geneticamente determinata, un po’ come il colore degli occhi. Inoltre il
malessere della quota non compare mai appena arrivati, ma sempre dopo 6/12 o
più ore dopo. Ho purtroppo notato che, forse per la fretta di continuare o per
il timore di arrecare problemi al gruppo, quasi tutti tendono a sottovalutare e
negare le sofferenze della quota adducendo sempre le stesse scuse banali. Per
dirimere ogni dubbio e non dare spazio alle scuse, ho ideato una “triade” da
prendere alla lettera: ***
In quota qualsiasi mal di testa è solo dovuto all’altitudine (anche se vi siete
cotti al sole ed avete pure preso una randellata sulla nuca). ***
In quota la prostrazione e l’insonnia è solo dovuta all’altitudine (anche se
avete corso in salita bevendo thè e caffè). ***
In quota la nausea/vomito è solo dovuta all’altitudine (anche se ieri avete
mangiato cozze fritte avariate!). Chi
scrive è un medico che da tempo si occupa di problemi di montagna. Purtroppo è
un “acclimatatore lento”. Ha così
condiviso le proprie sofferenze con numerosi partecipanti ai viaggi in quota ed
ha sperimentato insieme a loro quelle strategie atte a rendere l’acclimatamento
meno penoso. E’ stato anche testimone diretto o tardivo di alcuni episodi
drammatici dovuti in parte alla casualità ma a volte dovuti solo
all’incoscienza ed all’ignoranza. Date retta alla “triade” e se riconoscete
anche solo uno dei sintomi, non accampate scuse, magari non dite nulla agli
altri, ma passate subito al Diamox a dosaggio pieno (eventualmente associandolo
ad un antidolorifico). Alfredo
Ferrauti articolo
pubblicato sul catalogo “Avventure nel
mondo” del 2008 |