Thailandia - Malesia - Laos -Singapore diario finale 18 luglio 2002 – 30 agosto 2002 …alla ricerca del Buddha
disteso …tutti dobbiamo chiederci - e sempre - se quello che stiamo facendo
migliora e arricchisce la nostra esistenza. O abbiamo tutti, per una qualche
innaturale deformazione, perso l’istinto per quel che la vita dovrebbe essere,
e cioè soprattutto un’occasione di felicità?
“Un indovino mi disse” Tiziano
Terzani 18 LUGLIO
2002 giovedì partenza Prendo il bus per Venezia
alle 5.30 e poi quello per l’aeroporto alle 6.40, dove incontro il mio compagno
di viaggio. Alle 8.45 c’è il volo per Roma e da lì, puntuale a mezzogiorno,
quello per Taipei. Scalo tecnico ad Abu Dhabi (Emirati Arabi) dopo 6 ore di
volo. L’aereo atterra a Taipei alle 5.15 –ora italiana - del mattino
successivo. Decollo per Bkk (Bangkok) alle ore 8.00 e arrivo alle ore 11.15 –
sempre ora italiana. 21 ore effettive di volo e 27 di viaggio!!! Ecco perché ho pagato il
volo solo 532 euro (650 con assicurazione e tasse)! 19 LUGLIO
venerdì arrivo a Bangkok A Bkk sono le 16.15: 11.15 +
5 ore di fuso. Presi i bagagli, prima di uscire dall’aeroporto preleviamo
denaro col bancomat – circuito Cirrus. Il bus A2, con 100 baht a testa, ci
porta, in poco più di un’ora, in Khao San
Road, la via dei viaggiatori con lo zaino. Cerchiamo una Guest house e, al
secondo tentativo, ci fermiamo per 300 baht alla Top Guest House. La stanza n° 24 è pulita e il bagno si trova nella
piccola terrazzina che da’ sulla strada interna, dove i bar lanciano musica a
tutto volume. Facciamo un giro per Khao
San Road. Questa strada, è lunga solo Verso le 21 prendiamo un tùk-tùk e ci facciamo portare a Patpong per vedere i mitici locali del
sesso. Ma la via non ci ispira e, non vedendo movimento, ci facciamo riportare
nel nostro “ghetto”. Quando ritorneremo a Bkk,
alla fine del nostro viaggio, scopriremo il vero mercato di Patpong, con le bancarelle di merce
falsa e i locali notturni del sesso. Ci
chiediamo dove, in realtà, siamo stati quella sera. 20 LUGLIO
sabato Bangkok Primo stress! Come andare
verso Lasciamo i bagagli alla
Guesthouse, anche se non abbiamo più la stanza in previsione della partenza
serale, e andiamo all’ufficio informazioni della T.A.T. Mi accorgo che non
capisco un cazzo d’inglese! Chiediamo un po’ di orari per i bus e ho conferma
che nessuno potrà mai superare Ruggero nel suo ri-chiedere spiegazioni! Lasciamo in sospeso la
decisione di come affrontare viaggio verso sud e prendiamo il bus per il weekend Market. Cambiamo bus in Victory Monument e questa seconda tratta
ci viene pagata, con insistenza, da una studentessa. Il mercato di Chatuchak (weekend Market) ha 8672
bancarelle dove si trova di tutto: stoffe, piante, animali, amuleti religiosi,
oggetti artigianali e così via… è enorme! Vicino c’è la fermata Mo Chit dello Skytrain. Saliamo su questo moderno sistema di trasporto con il
nostro biglietto simile a una carta di credito. Oltre ad essere veloce, lo
Skytrain dà l’occasione di ammirare, dall’alto, spazi verdi ed edifici
altrimenti impossibili da vedere dalla strada. Scendiamo alla fermata vicina al
Chao Phraya, il fiume che attraversa la città, e lo risaliamo con il battello
per un bel tratto, fino alla fermata n° 13 Banglumpoo. La risalita del fiume è
piacevole. Bella la vista del Wat Arun,
del palazzo reale, del Thonburi Bridge con i suoi tiranti gialli. Lungo la riva
si alternano grandi edifici moderni e vecchie case in legno, su palafitte,
ognuna con una scala che scende sull’acqua. Tornati al nostro “ghetto”
decidiamo di avventurarci verso il sud della Thailandia scegliendo l’offerta
meno costosa (250 baht). Per rassicurarci spiamo un gruppo che parte prima di
noi. Il mio stomaco sente lo
stress. Bevo tanto, per il caldo, ma mangio poco riso con pollo. Prima delle 21
ritiriamo i bagagli e ci sistemiamo davanti l’agenzia. Siamo in 8 e saliamo in un minibus con i vetri oscurati:
sembra che sia illegale il trasporto di passeggeri, con mezzi privati,
all’interno del perimetro cittadino. Qualche isolato più in là c’è un bus più
grande. Si parte. Siamo in 25 e neanche un italiano, che Iddio ce la mandi
buona! 21 LUGLIO domenica
Ko Tao Arrivati a Chumphon dopo una
notte in bus, ci fanno scendere, ci mettono un bollino blu sulla maglia e ci
fanno risalire su barca…c’è la tv e trasmettono guerre stellari…quasi tre ore
di navigazione e ci siamo. L’isola è piccola
ma presa di mira per immersioni e infatti è ben rifornita per subacquei.
Arriviamo a Ban Mae Hat, cittadina che si sviluppa lungo un’unica via con un
molo in piena attività e da qui incredibilmente prenderemo troppo presto il
battello notturno per Surat Thani. Dell’isola abbiamo visto Baia Janson Bay
dove abbiamo fatto il bagno con i pesci in acqua bella e trasparente e con una
passeggiata siamo arrivati a Saan Jao
Beach con un bel ristorante sull’acqua dove abbiamo mangiato ma dove l’acqua
non era così trasparente! Queste baie si
trovano a sud di Ko Tao che si traduce come “isola delle tartarughe” che deve
questo nome alla sua forma e lì ho visto tante farfalle!!!! !..ma perché non
abbiamo visto il resto dell’isola e Ko Nang Yuan???? Stressssssss Il battello
notturno trasportava merci ma aveva posti a dormire sul sottotetto e lì ci
siamo trovati con altre persone e nessun italiano! Il posto era comodo e
l’isola bella anche dal mare di notte. Chissà se abbiamo fatto bene a lasciare
quest’isola così presto…tutta colpa del Laos!!!!!! 22 LUGLIO lunedì Sembra che la nave nel suo
tragitto verso la costa si sia fermata nelle due isole di Ko Pha-Ngan e Ko
Samui dove sono saliti altri passeggeri ,io ero in un sonno profondo e non mi
sono accorta….di queste meraviglie! Arriviamo a Surat Thani alle 5.30 e subito
personale di agenzia “sistema” le persone nei mezzi in base alla loro
destinazione. Noi diciamo che la nostra destinazione è Georgetown in Malaysia
ma che non abbiamo prenotato. Nessun problema!!!! Saliamo in minibus che ci
porta un isolato più in là in una agenzia, facciamo colazione, e alle 6.30 si
parte con bus collettivo. Tra i passeggeri c’è un bimbo di 2anni circa…noi
italiani saremmo scandalizzati! A metà percorso si trova un altro bus e loro
così organizzati fanno scendere salire e sistemano in base alla destinazione. Ad HatYai diamo i
nostri passaporti alla Chaw Wang Tours che ce li ritorna dopo un’ora senza
chiederci tariffe per il visto o l’attraversamento del confine. Alle 12.30 partiamo
dopo aver mangiato….si attraversa a piedi la frontiera….si arriva in
Malaysia a Butterworth attraversando
paesaggi di palme e alle 16 cioè le 17 prendiamo il ferryboat. Davanti a noi
c’è la città di Georgetown e a me già piace! Di fianco il ponte più lungo del
sud – est asiatico: 23 LUGLIO martedì Colazione su Lebuh Chulia.
Camminando tra le vie della città vecchia , punteggiate di templi, moschee e
botteghe artigianali ci avviciniamo al Khoo Kongsi in parte tempio e in parte
sala di ritrovo per i cinesi che appartengono allo stesso clan o che hanno lo
stesso cognome. Questa kongsi (sede) è conosciuta anche come “Dragon Mountain
Hall” e si tratta di un pittoresco insieme di draghi, statue, dipinti, lampade,
piastrelle colorate e incisioni. Vediamo Acheen St Mosque costruita nel 1808 da
un ricco mercante arabo e vicino Syed Alatas Mansion un palazzo residenza di un
potente mercante. Il bus 101 ci porta ad
Ayer Itam e il numero 24 LUGLIO mercoledì Arriviamo a Kuala Lumpur
alle 4.30, un’ora e mezzo prima di
quanto ci avevano detto…è notte e cercando di orientarci andiamo al Backpackers
Travellers Inn in Chinatown. Suoniamo e dopo un po’ ci viene ad aprire un tipo
assonnato che ci mostra una camera angusta e senza finestre e noi ingenui ci
proponiamo di vedere altro non sapendo che così resteremo senza alloggio fino
alle 8.30! Le Guesthouse sono full: tornati alla prima convinti di prenderci
quella stanza anche se senza finestre non solo non rispondono al campanello ma
una volta entrati ci rifiutano perché abbiamo disturbato di mattino
presto….grande lezione che non dimenticheremo: di notte non ci si può
permettere di fare i fighetti!!!! Comunque il dramma resta: dobbiamo tornare in
altra guesthouse che ci proponeva dormitorio sperando che si sia liberata una
stanza e augurandoci che il proprietario sia di buona luna! Ci fermiamo per 30
ringgit al Golden Plaza Hotel gestita da indiani. Ci danno le chiavi del lucchetto
della porta al piano terra e con quella saremo indipendenti. Dopo quella porta
c’è una scala e prima di entrare sul piano ci sono tutte le scarpe che devono
essere lasciate fuori. Anche in bagno
non si deve andare con le ciabatte…che schifo! Sopra il lavandino non c’è lo
specchio ma una finestra da cui si vedono le Petronas. Chiediamo informazioni
per organizzare il Taman Negara al vicino Hotel Malaysia e anche all’ufficio
informazioni del centro con il solito stressss…Entriamo alle Petronas Towers per
prenderci il biglietto che gratis nel pomeriggio ci porterà sul corridoio di
unione delle due torri. Ce le vediamo da fuori così imponenti fatte di acciaio
e vetri, alte 451,9m situate sul Golden
Triangle affollata da una moltitudine di grattacieli postmoderni tra cui la
torre della Telekom Enterprise: 25 LUGLIO giovedì Con i bus locali andiamo
alle Grotte di Batu lontane 13Km. Nella grotta principale c’è un piccolo
santuario hinduista, luogo di pellegrinaggio per l’annuale festa di Thaipusam.
Ogni anno, in febbraio, migliaia di pellegrini si riversano in queste grotte
per partecipare o assistere agli spettacolari riti masochisti dei devoti. La
grotta principale si raggiunge tramite una stretta scalinata con 272gradini. Di
ritorno andiamo in centro all’hotel Istana dove organizzano escursioni al Taman
Negara e decidiamo tefonando di farlo con Hotel Malaysia dove c’è un
simpatico…nero! Che ha una pazienza infinita a spiegarci il viaggio e a
rispiegarcelo ancora, ancora, ancora…perché non conosco l’inglese?????
Visitiamo lo Sri Mahamariamman Temple induista e il tempio cinese Chan See Shu
Yuen con il suo tetto in tonalità verdi con belle ornamentazioni in ceramica.
Assaggiamo il durian il più infame frutto della regione che ha forma ovale ed è
lungo dai 20 25cm circa, ma può diventare anche molto più grosso. Questo frutto
emana un tale lezzo di fogna che molti alberghi e bus hanno un cartello con il
divieto assoluto di portarli all’interno. Quando il guscio duro e spinoso si
apre appaiono gli spicchi verde pallido , dal sapore caratteristico quanto
l’odore!!!!! Dicono sia un potente afrodisiaco e penso sia l’unico motivo per
cui ne mangiano così tanti…Vediamo anche una donna che vicino allo spremi canna
da zucchero raccoglie in un sacchetto api. Prendendone una sulle sue dita e
avvicinandola alle spalle di una donna fa in modo che questa venga punta.
Dicono che questo la proteggerà dal mal di testa. Visitiamo il giardino delle
orchidee e quello dell’ibisco in Lake Gardens. Mangiamo in chinatown e poi
ultimo sguardo a Mederka Square che mi piace un sacco! 26LUGLIO venerdì Sveglia alle 6.30 e partenza
per la giungla dall’hotel Malaysia alle 8 con minibus. Arriviamo a Jerantut
alle 11.30 e qui ci spiegano quello che si può fare all’interno del parco. E
ancora io mi stresso! Alle 14.00 il minibus ci porta a Kuala Temberling dove
prendiamo posto sulle barche e con tragitto di 2ore e mezzo si arriva a Kuala
Tahan base del parco. Troviamo sistemazione al Teresek View Hotel che ha una
bella vista sul fiume e dove si fa la doccia….con le rane! Mangiamo sulle
chiatte ristorante e assieme a due inglesi di cui una di origini italiane,
facciamo l’escursione con le jeep nella foresta. Non ho visto niente se non che
esiste una strada asfaltata, ho visto una rana e qualche uccello…no good! 27LUGLIO sabato Ho la cistite!!!!! Bevo e
faccio pipì….tanta…da per tutto!!! Anche alle Canopy Walkway nei passaggi
sopraelevati a 25metri dal suolo che si snodano tra alberi giganteschi che
consentono di vedere da vicino le cime più alte della foresta. Facciamo un giro
nei sentieri assieme a due francesi che chissà cosa hanno pensato delle mie
pisciate! Con la guida andiamo a Gua Telinga. E’ una gotta che si raggiunge con
una barca e poi un tratto a piedi; si entra ed è piena di pipistrelli! In
alcuni punti si procede carponi e non si possono evitare gli escrementi dei
pipistrelli. Mangiamo sul fiume, mi faccio la doccia e prese la pila vogliamo
fare un giro attorno al lago che abbiamo visto in passeggiata. Per andarci
bisogna attraversare il fiume con i sampan che sono a disposizione tutto il
giorno. Fortuna che incontriamo due italiani altrimenti non saremmo andati soli
in quella foresta così fitta e buia…molto suggestiva ,io mi sarei di sicuro
persa! Ho visto le lucciole e uno scorpione grande.. così! Al ritorno cena con
i milanesi gay; a letto sotto la zanzariera: troppe bestie!!! 28LUGLIO domenica Partenza dal Taman Negara
alle 9 e arriviamo alla stazione dove alle 12.35 parte il treno per Kota Bharu.
La ferrovia della giungla attraversa gran parte del territorio aborigeno,
un’area di fitta vegetazione tropicale che offre bei paesaggi. Prendendo il
treno locale ci si trova a viaggiare con ceste di frutta verdura e tanta gente
del posto; il treno ferma a quasi tutte le stazioni alcune grandi ma altre che
sono solo un cartello e una pensilina di legno. Siamo in terza classe senza
aria condizionata e con i…duriam! Impiega 11ore e verso la fine del viaggio
quando comincia a fare buio non si accendono le luci nel nostro vagone perché con
i 12 ringht non ne abbiamo diritto! A dire il vero nelle gallerie così buio era
da brivido. E’ stato un viaggio lungo ma molto, molto bello soprattutto per
i…personaggi. Piove, con taxi diviso con due francesi cerchiamo sistemazione e
dopo le prime camere terribilmente sporche dei cinesi prendiamo camera con
letto a castello al KB Backpackers Lodge con bagno. Andiamo al mercato notturno
dove fanno da mangiare, ma io ho la cistite! E mi arrendo alle pastiglie. 29 LUGLIO
lunedì La città non è molto interessante
dal punto di vista architettonico ma il mercato centrale è uno dei più vivaci e
pittoreschi della Malaysia. E’ situato all’interno di una moderna costruzione a
pianta ottagonale. Al piano terra ci sono bancarelle di frutta e verdura, pesce
carne e polli, mentre al piano superiore si vendono spezie, ceste in vimini
stoffe. Qui facciamo colazione e più tardi pranziamo sui banchetti. Andiamo al
Kampung Kraftangan che è un villaggio dell’artigianato e poi all’Istana Batu
museo reale che fu residenza del principe ereditario ed è una costruzione molto
bella soprattutto la veranda tutta in legno. Nella mattinata con taxi visitiamo
il distretto di Tumpat dove ci sono diversi interessanti templi buddhisti
thailandesi, quali il Wat Phothivihan che ospita una statua del Buddha disteso
lunga 40metri. Nel pomeriggio si va al centro culturale: danze, trottole anche
giganti, tamburi e ci mangiamo una granita di caramelle. Alla guesthouse
prenotiamo taxi della mattina per andare alle isole Perenthian, facciamo ancora
un giro per la città…piove! Il muezzin chiama alla preghiera. Siamo in uno
stato dominato dal fondamentalismo islamico e lo si nota molto. Ceniamo al
mercato notturno. 30 LUGLIO
martedì Partenza alle 6 per Kuala
Besut. Alle 7.30 partono le imbarcazioni veloci scegliendo di fermarci
nell’isola più piccola quella di Kecil dove prendiamo una casetta in legno
sulle rocce molto sporca un po’ malandata ma con una bella vista proprio sopra
il mare. Siamo sulla spiaggia di Coral Bay dove ci sono diversi locali sulla
spiaggia. L’acqua è cristallina e la sabbia bianca. Facciamo colazione e con la
canoa saliamo verso la costa settentrionale dove in particolare c’è una piccola
spiaggia con sabbia bianchissima. Dopo 2ore torniamo e pranziamo con un
buonissimo pesce e riso. Nell’isola c’è un sentiero che in 10 minuti camminando
tra il verde, porta alla spiaggia Long Beach più frequentata rispetto alla
prima. Ci sono molti ragazzi giovani e a riva diverse imbarcazioni con bandiere
colorate. Nel lato dell’isola ci sono molte palme che escono da una bella
vegetazione; un po’ lontano si vede la grande isola di Besar. Facciamo
snorkelling vediamo pesci e coralli! Tornando alla nostra spiaggia vediamo
iguana ma anche…immondizie!!! E generatori di corrente. Cena di frutta sulla
nostra spiaggia tranquilla illuminata da candele. Prima di andare a letto si
mette la zanzariera. Ci sono tanti scoiattoli. 31 LUGLIO
mercoledì Ci alziamo maori e facciamo
colazione con plunk cake. Attraversiamo l’isola e a Long Beach prendiamo un’imbarcazione
che per portarci nell’isola grande paghiamo 8 ringht e 10 per il ritorno a
testa e questo solo per 10 minuti di
trasporto. Ci costa quasi quanto la camera che abbiamo pagato 45 ringht!!!
Besar è la spiaggia dei ricchi con bei bungalow ; camminando mezz’ora
attraversiamo anche quest’isola e arriviamo a Teluk Dalam quasi disabitata che
ha un’acqua bellissima e qui nella tranquillità ci rilassiamo e facciamo bagno.
Mangiamo e al ritorno ci fermiamo ancora sulla spiaggia di Long Beach per fare snorkelling.
Il tramonto ce lo vediamo dalla terrazzina della nostra casa sul mare. Ceniamo
sulla spiaggia con pesce alla griglia. Venere si riflette sul mare ed è così
grande e luminosa che lascia una scia…sembra una piccola luna!!! A casa ci sono
tanti scoiattoli che ci aspettano. 01 AGOSTO
giovedì Ore 6 sveglia. Sulla
spiaggia troviamo due francesi con i quali dividere il taxi che ci porterà a
Marang. Alle 7.30 saliamo sulla barca che ci trasborda su quella veloce. Il
taxi anche dividendolo per 4 costa troppo quindi lo prendiamo solo per arrivare
a Pasir Patch da dove parte bus per Kuala Terengganu. Qui con altro bus locale
raggiungiamo Marang dove del porto punteggiato di pittoreschi pescherecci non
resta più niente perché stanno costruendo una diga. E’ rimasta solo la torretta
dalla quale si vede l’isola di fronte di Kapas che noi non raggiungeremo.
Tornati a Kuala Terengganun dove
fortunatissimi dopo 5minuti prendiamo bus per Cherating. Il bus impiega 3ore e
mezzo per arrivare. Scendiamo sulla strada principale ed è già buio. Senza i
2ragazzi kenioti e quello tedesco avremmo faticato un po’ a trovare alloggio e
soprattutto non ci saremmo mai fermati al Coconut Inn per il proprietario che era un po’ pazzo!
Il bungalow è molto carino ed è vicino la spiaggia. 02 AGOSTO
venerdì Colazione sulla spiaggia di
Cherating. La spiaggia è grande con un bel mare e fa strano in una così bella
spiaggia non vedere ombrelloni sdraio e turisti; gli italiani farebbero
miliardi! C’è una bella atmosfera… Partiamo per Kuantan e nel bus locale
troviamo due belgi con i quali divideremo poi il costo del taxi per il terminal
dei bus. Prenotiamo il bus per Singapore al prezzo di 20 ringht ciascuno.
Partirà alle 22.30 per arrivare a destinazione alle 05 del mattino. Prendiamo
il bus che ci porta al piccolo villaggio di Panching e pagando 2ringht ciascuno dei ragazzini ci
portano in moto alle Grotte di Charas che si trovano all’interno di un
affioramento di calcare che si erge a picco fra le piantagioni di palme
circostanti. Queste grotte devono la loro fama a un monaco buddhista
thailandese che circa 50anni fa venne qui per meditare. Per raggiungere
l’ingresso alle grotte bisogna salire una ripida scala esterna. Nella grotta
più interna sono state scolpite, nella roccia viva, la statua di un Buddha
disteso lunga 9m e altre figure buddhiste. Dopo 1ora, alle 15 come d’accordo ci
vengono a prendere i ragazzini con la moto. Questi 4km di strada è tutta di
palme e fa caldo! Prima di riprendere il bus per la città mangiamo in un locale
sulla strada. A Kuantan è carina la moschea del sultano Ahmad I che ha le
cupole azzurre. Passeggiata sul lungofiume dove c’è un’intensa attività ma
piove e ci fermiamo a mangiare in uno dei tanti locali. Ci sistemiamo prima di
partire per Singapore. Il biglietto costa 20ringht il ritorno 11dollari di
Singapore! 3 AGOSTO sabato Singapore Arriviamo a Singapore alle 5
del mattino. Lasciando 4 AGOSTO domenica
Singapore Piove. Ci alziamo e facciamo
colazione nel solito ristorante indiano. Andiamo verso BUGIS, la fermata della
metropolitana, e nella piazzetta c’è una bella fontana con giochi d’acqua.
Scendiamo alla fermata Raffles Place. Ci
fermiamo a vedere ancora una volta le diverse sculture che ci sono sulla riva
del fiume e poi andiamo alla foce del fiume dove è situato il simbolo turistico
di Singapore, il Merlion, la statua metà leone e metà pesce da cui sgorga
acqua. E’ in restauro. Anche se piove continuiamo il nostro giro nei pressi del
Raffles Landing Site, dove si erge imperiosa vicino all’acqua 5 AGOSTO lunedì
Melaka Ci alziamo alle 6.30 e
lasciamo questa città dove sanno costruire fontane anche sopra le strade e dove
ci sono tanti divieti. Partenza alle 8 con Bus Express (11 $ di Singapore, a
testa) e arriviamo a Melaka alle 12.30. Il paesaggio non è particolarmente
bello estensioni di palme da olio e altra vegetazione. Melaka è la città più
interessate della Malaysia dal punto di vista storico. Dominata da molte
potenze europee (per più di 100 anni portoghese, poi per 150 olandese e infine
inglese), reca ancora testimonianze della loro presenza, come ad esempio il
centro cittadino in gran parte olandese. È un luogo di intricate viuzze e
antiche botteghe cinesi, vecchi templi e cimiteri cinesi, e tracce nostalgiche
delle potenze coloniali. Città piccola, facilmente girabile a piedi, fatta di
case caratteristiche in stile portoghese ed edifici di mattoni rossi di stampo
olandese, anche se da lontano si vedono grandi complessi residenziali. Lungo le strade del centro
storico ci sono ancora le fogne a cielo aperto come si usava una volta, con la
strada rialzata al centro; ma non danno fastidio e si inseriscono abbastanza
bene nell’atmosfera della città. Chinatown è una zona
affascinante con case tipiche cinesi, dalle porte nere con tipiche decorazioni
color oro. Visitiamo il tempio di Cheng Hoon Teng (il tempio delle nuvole
sempre verdi), il tempio cinese più antico della Malesia; sul tetto dai colori
vivaci sono raffigurate le consuete figure mitologiche: dopo aver varcato i
massicci portali in legno duro ci si trova di fronte ad un interno altrettanto
decorato e variopinto. La torre cerimoniale del tempio svetta oltre le vecchie
case di questa zona della città. Il museo marittimo si trova
dentro una gigantesca copia di una nave portoghese: simpatico. Vicino si trova
il Royal Malaysian Navy Museum che ospita i resti di una nave affondata;
dentro, tra le descrizioni dei grandi navigatori di tutti i tempi, c’è anche
quella di C.Colombo, al ruolo del quale viene data un’importanza notevolmente
ridotta rispetto a quella data da noi occidentali. Visitiamo anche Town Square
e Bukit St. Paul – in rovina da oltre 150 anni con all’interno belle lapidi
olandesi- da dove si gode di una bella vista e si trova una statua in marmo di
Francesco Saverio. Curiosa la storiella che T. Terzani ha raccontato nel suo
bel libro “Un indovino mi disse”
riguardo a questo Santo. Ai piedi di St. Paul è stata costruita una
copia in legno del palazzo del sultano di Melaka. L’edificio ospita il Muzium
Budaya, dove sono esposti vestiti e oggetti tradizionali. Ci sono inoltre dei
manichini in costuma che rappresentano i vari gradi della gerarchia ai tempi
del sultano. Verso l’ora del tramonto ci
portiamo, con una passeggiata di circa 20 min, alla Bukit China. Con le sue 12000
tombe disseminate su una collina di Con sorpresa vediamo che fra
le tombe i cinesi non vanno a pregare ma a correre, fare ginnastica,
passeggiare e giocare. Un modo bellissimo di vivere il cimitero e di onorare i
defunti! Nella passeggiata che ci
riporta al centro città, abbiamo l’occasione di vedere alcune case di periferia
nello stile tipico di Melaka: due case in legno con veranda su palafitte
affiancate l’una all’altra con l’unico ingresso a scalini posto fra le due
case. Sotto, tra i pali che sorreggono le case, c’è di tutto: galline, bambini
che giocanoi in mezzo al fango, motorini parcheggiati, ecc. Troviamo da dormire in un
albergo vicino alla stazione degli autobus (30 ringgit), così da essere pronti
alla partenza delle 5.30 dell’indomani. Nella camera d’albergo c’è
la freccia sul soffitto che sta ad indicare 6 AGOSTO martedì
Cameron Highlands Ci si alza alle 5.00 per
prendere il bus per Kuala Lumpur alle 5.30. A Kuala Lumpur prendiamo il bus
alle 9.00 per le Cameron Highlands (20 RM per le due tratte). Arriviamo a Tanah
Rata,la principale cittadina delle C. H., alle 13.00. Ci aspetta, come sempre,
un pulmino che ci porta alla Father’s Guest House. Ha delle capanne simili a
bunker ma comode e pulite (20 RM per la stanza). Fa un po’ fresco, è l’unica
volta del viaggio che metto i jeans e una felpa. Mangeremo qui la sera: si respira aria buona,
non solo per i suoi Ceniamo e dopo la solita
passeggiata, tra l’altro poco interessante per la città, andiamo a letto. Anche
qui, come nel resto della Malesia, non si usano coltelli, ma solo cucchiai e
forchette. Il giro alle Cameron
Highlands non ci è piaciuto: troppo turistico e poco interessante. Si poteva
tranquillamente evitare. 7 AGOSTO mercoledì
Ipoh – Kuala Kangsar Prendiamo autobus alle 8.00
per Ipoh (20 RM). Lasciamo gli zaini ai gabinetti della stazione: il deposito
bagagli! Prendiamo l’autobus 66 per il tempio Sam Poh Tong con il laghetto e le
numerose tartarughe. Vicino a questo ci sono altri due templi che hanno
l’aspetto del Luna Park. Andiamo quindi in centro, che non ha niente di
interessante se non il fatto di essere gli unici turisti; mangiamo sulla
bancarelle con la gente locale e in compagnia di molti gatti. Come spesso
succede non ci si capisce e l’unico modo di scegliere il cibo è copiare dai
tavoli vicini. Dopo aver ritirato i bagagli
prendiamo il bus n° 141 per andare al tempio Perak Tong (che è sulla strada per
Kuala Kangsar): grande e imponente complesso di grotte e caverne con dipinti
eseguiti da artisti provenienti da ogni parte del sud est asiatico. Si sale per
400 scalini attraverso le grotte; dall’altro si vede un bel panorama se si
ignorano le fabbriche sottostanti. Riprendiamo il nostro bus e
nel pomeriggio si arriva a Kuala Kangsar. Viaggio di un’ora su un bus
scassatissimo: bello! Con una bella camminata lungo il fiume, al tramonto,
visitiamo la bellissima moschea Ubadiah, precluso l’interno ai turisti.
Proseguiamo e vediamo l’Istana Iskandariah: il maestoso e opulento palazzo del
re il cui stile art dèco si abbina a motivi islamici. Beviamo un thè in una baracca di fronte al
palazzo. Torniamo in centro appena in tempo per prendere il bus delle 20.30 per
Taiping dove arriviamo dopo un’altra ora di viaggio. Classico problema per
albergo sporco (gli alberghi sono generalmente più sporchi delle guest hous).
Rifiutiamo il Peking Hotel perché un po’ costoso (40 RM) per la pulizia che
offriva, ma dopo aver provato l’indecenza e le prostitute del Swiss Hotel,
ritorniamo con la faccia tosta di chi è disperato e stanco al Peking Hotel.
Ceniamo al mercato alimentare. Conclusione: bellissima
giornata in mezzo alla gente e lontano dai classici itinerari. N.B.: se nell’albergo trovate un cartello che
dice “qui non ci sono prostitute”, potete star certi che ci sono! 8 AGOSTO giovedì
Taiping- Butterworth-Thailandia Ci alziamo con tranquillità,
giro della città e passeggiata al Lake Garden, forse l’unica cosa interessante
della città. Temporeggiamo, aspettando che il ventilatore nella camera asciughi
la biancheria lavata la sera prima. Prendiamo quindi un bus locale che in pochi
minuti ci porta alla stazione degli autobus per Butterworth (di fronte al
Penang). Partiamo alle 13 e arriviamo alle 14.30 (10 RM). Alla stazione troviamo un
cinese di Singapore che ci propone un taxi collettivo per Hat Yai, da dove
potremo prendere il treno per tornare a Bangkok, assicurandoci che non ci sono
altri bus che partono per Passiamo la frontiera
tranquillamente e lungo il tragitto il cinese ci dice che dovrà fare una
deviazione per consegnare delle scatole ad un monastero buddista, ma ci
assicura che riusciremo a prendere il treno per Bangkok che parte nel
pomeriggio. Anche se perplessi non ci resta che accettare. La deviazione è molto
simpatica, il monastero è nuovo e sta sorgendo in mezzo ai campi alcune decine
di chilometri prima di Hat Yai. Ci viene offerto un thè dai monaci e poi si
riparte. Arriviamo alla stazione dei treni alle 17.30 malesi, che in Thailandia
corrispondono alle 16.30, 10 minuti prima della partenza del treno. Riusciamo a
trovare una cuccetta in seconda classe (555 Bath). Ceniamo sul treno con cibo
preconfezionato fatto di riso e carne (110 Bath). Bellissimo il paesaggio al
tramonto, con risaie, fiori di loto e case isolate. C’è un po’ di confusione ma
si dorme comunque bene. I FRUTTI MALESI: una vera sorpresa, sono
buonissimi e costano pochissimo. Mangostano (Garcinia mangostana,
mangosten in inglese): uno dei più squisiti frutti tropicali, ha le dimensioni
di una piccola arancia o di una mela. La sua buccia di color porpora intenso si
rompe facilmente con le mani per rivelare la polpa bianchissima, a spicchi come
un’arancia, ma dal sapore agrodolce paragonabile ad un misto di fragola ed uva.
Si dice che la regina Vittoria avesse offerto una ricompensa notevole a che le avesse
portato un mangostano intatto dall’oriente. La stagione di maturazione di
questo frutto va da giugno a settembre. Senza dubbio il frutto migliore. In Malesia costa pochissimo
e viene offerto alle fermate dei treni o per la strada. In Italia si vede talvolta
in certi negozi a prezzi altissimi. Ne abbiamo mangiato alla nausea,
soprattutto sul treno del Taman Negara. Rambutan (Nephelium lappaceum): il nome malese significa “spinoso” ed è
decisamente appropriato. Hanno dimensioni simili ad una grande noce e sono
ricoperti da morbide spine rosse. Uno volta sbucciato assomiglia molto ai
Litchi e ha una polpa fresca e appetitosa attorno ad un nocciolo centrale. La
stagione del rambutan va da giugno a settembre. Si trova facilemnte come il
mangostano anche alle fermate dei treni e degli autobus. Durian
(Durio zibethinus): il più infame frutto della regione ha forma ovale ed è
lungo dai 20 ai Matura da giugno ad agosto e
da novembre a febbraio. Starfrui: (carambola o frutto a stella): le fette di questo frutto hanno sezione
a stella e da questa particolarità deriva il nome. Il frutto a stella è di
colore traslucido giallo- verde e ha una polpa croccante, fresca e di sapore
acquoso. Non è particolarmente buono. Si trova tutto l’anno. Altri frutti: oltre al mango e alle banane, si trovano ovunque degli ananas e delle
angurie già tagliati a fette e messi in un sacchettino, pronti per essere
mangiati freschi, mentre si cammina per strada. Il prezzo è irrisorio: 500 lire
per mezzo ananas già tagliato. 9 AGOSTO venerdì
Bangkok Arriviamo alle 11 alla
stazione di Samsen di Bangkok e con bus andiamo a Khao San Road. Appoggiamo gli
zaini nella portineria della nostra precedente guest house, senza prendere la
camera e andiamo in giro per la città per decidere come e quando partire per il
nord. Decidiamo di andare verso nord con il treno delle 22.00, perché gli orari
degli autobus non coincidono con le nostre scelte di fermarci Phitsanulok. Visitiamo l’importante Wat
Arun (20 Bath)– molto bello- dall’altra parte del fiume, non lontano dal
palazzo del re e da Khao San Road. La passeggiata per andare e tornare e il
battello per attraversare il fiume sono molto belli. Vicino a Khao San Road ci
sono delle bancarelle che vendono guide della Lonely Planet più o meno recenti;
compro quella dell’Asia in pillole –versione inglese – a 160 bath.
Successivamente comprerò quella della Thailandia in italiano del ’99. Torniamo verso le 18 alla
guest house dove, pagando (20 Bath) chiediamo di farci la doccia. Con il taxi
(60 Bath in due) andiamo alla stazione dove, sorpresa!, ci sono solo biglietti di terza classe! Li prendiamo (109
Bath) –non abbiamo alternativa- e lasciamo gli zaini all’agenzia statale TAT
dietro la stazione. All’agenzia sono gentilissimi, ci offrono da bere e ci
spiegano che l’affollamento ai treni è dovuto alla festa per il compleanno
della regina. Ceniamo in una baracca davanti la stazione (60 Bath). La terza classe si rivela un
incubo! Seduti e stipati, in un caldo infernale con gente dappertutto, anche in
W.C. Era ovviamente impossibile andare il bagno. Arriviamo alle 5.30, quasi
puntuali, alla stazione di Phitsanuluk. 10 AGOSTO Sabato
Sukhothai – Chiang Mai Alla stazione dei treni,
prima di prendere il bus per Sukhothai – 30 bath, 1 ora di viaggio- conosciamo Alexia, una ragazza francese che
stava girando l’Asia sola, da alcuni mesi. Alexia parlava bene l’italiano perché
in Italia c’era stata per alcuni anni. Non era il suo primo lungo viaggio;
anche lei usava un sistema tipico del nord Europa. Lavorare alcuni anni e poi
licenziarsi, girando il mondo finché non avrebbe finito i soldi. Nei loro Paesi
non è difficile trovare lavoro una volta tornati a casa. Con Alexia visiteremo tutta
Sukhothai in bicicletta (20 bath per il noleggio bici + 160 per l’ingresso),
circa tre ore, e pranzeremo prima di prendere l’autobus per Chiang May alle
13.30 (171 bath). A Chiang Mai arriveremo 6 ore dopo. I soliti procacciatori ci
portano alla The Royal Guest House (250 Bath in due); ha la piscina, le moto da
noleggiare ed è pulita. Ottima! 11 AGOSTO Domenica
Pai Lasciamo alla receptions
della The Royal Guest House i passaporti per avere il visto per il Laos (1200
bath); verranno fatti in due giorni, in tempo per riaverli al ritorno dalle
donne giraffa. Prendiamo il bus per Pai (60 bath), è stipatissimo e piccolo.
Non c’è posto e Paola è seduta vicino all’autista che, quando mette le marce
basse, le sbatte il cambio sulle gambe. In alto, sui passamano dei bus ci sono
dei sacchetti che servono per chi vomita. Vomitano tutti, come se fosse
naturale, anche appena partiti. Finito di vomitare ricominciano a mangiare; ma
sono discreti: cercano di non vomitarti proprio in faccia. Arriviamo alle Molto bella è la deviazione
verso il villaggio lahu di Nam Tok Maw Paeng, a Torniamo che è quasi bui a
Pai, consegnamo la moto, andiamo a cena (100 bath in due). Preleviamo contante
con il bacomat, circuito CIRRUS. Pai merita – forse anche di
più di Mae Hong Son-. 12 AGOSTO Lunedì
Mae Hong Son Partiamo la mattina presto
(60 beth per bus) per Mae Hong Son, il centro vicino ai villaggi delle donne
giraffa. Il viaggio è molto bello, la strada è piena di curve ma dal finestrino
si vedono simpatici villaggi e tanta vegetazione. Arriviamo alle 12 e dopo un
po’ di indecisione prendiamo una stanza alla Joe Guest House (200 bath per
due), l’unica di quelle che abbiamo visto a non avere buchi sulle zanzariere
delle finestre: siamo in piena zona malarica e non è il caso di scherzare. La camera
è anche carina ed è vicina al lago al centro del paese. Noleggiamo la moto (150 bath in due) e
cominciamo a chiedere la strada per il villaggio Nai Soi delle donne giraffa a
circa Minaccia pioggia. Dopo il guado di due fiumi e
una strada sterrata piena di buche arriviamo al villaggio, piove bene e
aspettiamo sotto una baracca prima di entrare. L’ingresso costa 250 bath a
testa, il villaggio è bello ma troppo turistico. Le donne giraffa sono lungo la
strada con bancarelle di souvenir per i turisti. Delle bambine si puliscono gli
anello di bronzo al collo con una spugna abrasiva e del detersivo. Torniamo gustandoci il
paesaggio lungo la strada. Ceniamo in città con pizza (200 bath in due). Dopo
cena, sempre di fronte al lago e pochi metri prima della nostra guest house, ci
sono due templi in stile birmano; malgrado l’ora tarda è aperto il Wat Jong
Klang con alcuni dipinti su vetro che rappresentano scene jataka, risalenti a
100 anni fa. Ma in questo tempio ci sono molte aree che sono proibite alle
donne, fatto abbastanza consueto nei templi buddhisti birmani/shan. Andando via la mattina successiva ci rendiamo
conto che i dintorni di Mae Hong Son, che il giorno prima non avevamo potuto
vedere per il brutto tempo, non erano poi così male e forse meritavano una
visista. 13 AGOSTO Martedì
Chiang Mai Prendiamo un pulmino veloce
da 12 posti (200 bath), tipo ‘avventure nel mondo’, con vetri oscurati che non
permettono di vedere bene i colori del paesaggio assolato; ma alle 14 siamo già
al The Royal Guest House di Chiang Mai. Ritiriamo la biancheria lavata (75 bath
in due) e i nostri passaporti col visto per il Laos. Andiamo in giro per la città
a piedi e visitiamo il Wat Phra Sing, poi andiamo al Wat Chiang Man che però è
già chiuso (ci torneremo domani). La sera facciamo un giro per
il bazar notturno dove ceniamo in un self service (200 bath in due), allietati
da uno spettacolo di danza locale. Facciamo delle ‘voluminose’ spese –un cesto-
che ci porteremo in mano per il resto del viaggio. Lungo la passeggiata che porta al bazar ci
sono diversi travestiti e prostitute lungo il marciapiede; un fenomeno che non
abbiamo notato altrove. Infine internet (75 bath) e
una telefonata a casa (45 bath). 14 AGOSTO Mercoledì
Chiang Mai Dormiamo fino a tardi:
finalmente. Noleggiamo la moto nella nostra Guest House (190 bath in due) e
visitiamo il Wat Chiang Man, il più antico della città, risale al Fuori dal tempio ci sono
delle donne che vendono degli uccelli in piccole gabbie, simili a passeri:
comprarli e liberarli funziona da portafortuna. Non lo facciamo per non
alimentare questa poco simpatica usanza. Una cosa strana che ci
colpisce dentro questo tempio è la presenza di un monaco sdraiato mentre guarda
la televisione e vende souvenir ai turisti. Un po’ come entrare dentro una
delle nostre chiese e vedere il parroco che guarda la televisione. La
‘tranquillità’ della loro religione permette anche questo. Facciamo poi un bel po’ di
strada ( Proseguiamo la salita e dopo
Due km dopo la residenza
siamo in cima alla montagna e la strada comincia a scendere. Altri Torniamo in città con
tranquillità e gustandoci, come sempre, il paesaggio. È pomeriggio, e un po’
tardi, decidiamo comunque di andare a Lamphun in moto. All’uscita della città
ci fermiamo a vedere un grande mercato poi, lentamente per paura di
incidenti, ci portiamo verso Lamphun. La
strada è molto frequentata e inquinata: ogni chilometro un anno di meno!
Talvolta ci fermiamo per vedere i grandi templi che si incontrano per strada.
Dopo un’ora arriviamo: il sole sta per tramontare. Visitmo il Wat Chama Thewi e
poi il Wat Phr That Hariphunchai –enorme, uno dei più vecchi, con due leoni
birmani all’ingresso- con tantissimi campanelli che tintinnano nel vento (ne ho
anche comprato uno per ricordo). All’interno c’è un enorme
tappeto rosso con i monaci distesi che guardano la televisione – come in tante
altre parti-. I templi sono sfarzosi
all’esterno, ma all’interno sono abbastanza semplici: immagine del buddha e
cadele sotto; poi una grande sala vuota e rossa di tappeti. Sui muri interni
scene della vita del buddha. A differenza dei templi taoisti cinesi che sono
molto sfarzosi dentro. Infine giro tranquillo per
il piccolo paese, spuntino al volo e ritorno a Chiang Mai che è già buio
inoltrato. Consegnamo la moto e andiamo
di nuovo a farci un giro al bazar per cena (70 bath) e spese. Dopo il solito
collegamento a internet (70 bath) per accordarci con i due nostri amici che ci
aspettano al confine con il Laos, andiamo a letto. N.B. normalmente è possibile
usare il telefonino e mandare SMS da tutti i luoghi della Thailandia, ma in
qualche piccola zona non c’è la copertura. Gli SMS hanno un costo decisamente
contenuto, intorno alle 0,3 euro l’uno, ma le telefonate con il cellulare è
meglio dimenticarsele: circa 3 euro al minuto! 15 AGOSTO Giovedì
Chiang Saen – Chiang Kong ci alziamo presto, un
furgoncino ci porta alla stazione degli autobus dove dovremmo prendere quello
per Chiang Kong alle 6.30; sorpresa: l’autobus parte alle 7.45 e dovremo
cambiare a Chiang Rai. Così facciamo (200 bath a testa da Chiang Mai a Chiang
Rai). Alle 11 siamo a Chiang Rai, dove non ci fermiamo solo perché abbiamo un
appuntamento alla sera a Chiang Khong con Massimiliano e Anahi. Prendiamo al
volo l’autobus (25 bath per Noleggiamo una moto (100
bath per il noleggio e 30 per la benzina, in due) e prima di andare verso il
punto centrale del trinangolo d’oro chiediamo informazioni per l’autobus della
sera verso Chiang Khong: non ci sono autobus e l’ultimo songthaew per Chiang
Khong parte verso le 15!!!! Come fare? Nessuno parla inglese e ci si deve
capire a gesti. Una cosa comunque è certa, se si vuole andare a Chiang Khong
bisogna pagare profumatamente un mezzo privato, sperando che ci sia. Decidiamo
di rimandare il problema a dopo e di andare a fare il nostro giro. C’è un bel
sole. Partiamo verso nord,
fiancheggiando l’impressionante Mekong, e dopo Degna di nota è Lungo la strada del ritorno
ci fermiamo a guardare i contadini al lavoro. E prima di ritornare a Chiang
Saen giriamo a destra per salire al Wat Phra That Chom Kitti, dove ci coglie un
violento temporale ma da dove si vede anche un bellissimo arcobaleno che si
tuffa sul Mekong: molto bella la vista da qui! Tornati in paese e, recuperati
gli zaini che nel frattempo avevamo “abbandonato” fuori da un negozio, ci viene
offerto il trasporto con un furgoncino privato fino a Chiang Kong per la modica
cifra di 400 bath (trattando riusciremo ad arrivare a La strada è stupenda.
Fiancheggia il Mekong ed è deserta: solo noi e l’autista. Peccato che siamo
ormai all’imbrunire e non si possa vedere lo spettacolo che la poca luce ci
lascia intravedere. Il tragitto è lungo, non si arriva più e ricomincia a
piovere. Arriviamo alle Ceniamo lì, e bene (85 bath
a testa). Poi a nanna. 16 AGOSTO Venerdì
Chiang
Kong- confine Laos- in barca a Pakbeng colazione (75 bath a testa)
e poi al molo con tuk tuk (25 bath in due). La barca che in due giorni ci
porterà a Luang Prabang è sulla riva opposta del fiume a Huay Xai. Dopo il
controllo dei passaporti al confine thailandese prendiamo il traghetto (20 bath
a testa) passando sotto un arco con scritto: GATE OF INDOCINA. I traghetti che
vanno da una parte all’altra del fiume sono tanti e pieni di lotiani che
vengono a fare la spesa al mercato di Chiang Khong. Dall’altra parte, Huay Xai,
controllano il visto e timbrano il passaporto. Sono le 9.15. Scopriamo che
il traghetto lento (slow bord) parte tardi, alle 11 (ma guarda te, facevamo in
tempo a venire la mattina stessa da Chiang Saen!!!) costa 460 bath a testa fino
a Luang Prabang ma con fermata per la notte a Pakbang. Il traghetto veloce (1
giorno) costa 1000 bath a testa, ma dopo aver visto a che velocità sfreccia sul
Mekong abbiamo deciso che quello lento è ottimo. Il traghetto ha le panche in legno, è appena
coperto e ha delle tendine viola ai lati tipo Orient Express, da usare in caso
di pioggia: le useremo. È pieno di simpatici e giovani turisti solitari
(israeliani, francesi, americani, giapponesi, svedesi), parleremo e
chiacchiereremo con tanti, una persona che ci è rimasta nel cuore e che
reincontreremo spesso in Laos è stato Primerio: un insegnante di Roma che in
solitaria ha viaggiato un mese nel nord del Vietnam e del Laos, su strade di
terra battuta e villaggi molto isolati. Dice che il turismo ha trasformato
questi luoghi, la popolazione del luogo vive con il turismo ed ha modificato la
propria vita in funzione di esso. Continua dicendo che in India invece non è
così, che pur essendoci anche lì molto turismo, questo non sembra aver
modificato la vita sociale. Ci sono sì delle bancarelle per turisti anche in
india ma questo non ha modificato in modo evidente la vita sociale come in
Laos, in Thailandia e soprattutto in Vietnam. Sulla barca ci sono anche dei
locali, ma non troppi. Il viaggio è molto bello, su
una barca così bassa che il Mekong si può toccare con le mani mentre si è
seduti. Le due sponde sono disseminate di vegetazione e qualche villaggio che
si intravede fra gli alberi. Le colline che scendono sul fiume hanno delle
fantastiche tonalità di verde. Poi arriva la pioggia, si vede meno ma il
fascino permane. Arriviamo alle C’è ancora luce e facciamo
un giro per il paese. Scopriamo che a Pakbeng ci si arriva anche via terra,
attraverso una strada sterrata e piena di buche, ma per arrivare a Luang
Prabang è sempre più veloce il fiume. La via principale è sterrata
e il paese finisce subito. Fuori, le case sono delle baracche sul fango, ma ai
bambini non importa, sono tanti e giocano e ridono e sono contenti. Salendo si arriva ad un tempio buddista con le preghiere che
sventolano dai pennoni e da dei fili stesi; bella la vista sul Mekong da qui. Ceniamo (100 bath a testa) e
poi a nanna. 17 AGOSTO Sabato
Pakbang – Luag Prabang Alle 6.30 della mattina vado
a fare la pipì nel servizio che è al di là della strada. Vedo tre giovanissimi
monaci con le loro tuniche arancioni e le caratteristiche pentole che camminano
per la strada in fila indiana e dei laotiani, prevalentemente donne, che
inginocchiati sul bordo della strada offrono una manciata di riso (con le mani)
e altre cose da mangiare, ai monaci, inchinando la testa nel momento di donare.
A volte le donne sono affiancate dai bambini. Il tutto si svolge in una
atmosfera mistica e di assoluto silenzio. Andati via i monaci le donne
continuano a pregare per un pò. Questa sarà una scena che vedremo anche a Luang
Prabang e a Vientianee e comunque è presente in tutto il Laos. Prima di salire nuovamente
sulla barca facciamo colazione (60 bath a testa), poi si viaggia dalle 8 alle
15. Piove per quasi tutto il tragitto, le nuvole sono basse, tanto da coprire
le colline che fiancheggiano il fiume. Fa piuttosto fresco. La barca si ferma
diverse volte lungo il tragitto a caricare e scaricare gente e merce che era
stata ammucchiata sotto le panche. Per l gente del villaggio la barca con i
turisti è un’attrazione e si accumulano sulla riva per vederci, e non solo i
bambini. Per festeggiarci alcuni bambini si lanciano dagli alberi e si gettano
nel Mekong, sono nudi. Un’ora prima dell’arrivo passiamo vicino alle grotte di
Pak Ou, che verremo a vedere domani. Nasce una discussione
sull’oppio (nel gruppo c’è una cannaiola esperta): l’oppio si ottiene dal
papavero in modo grezzo e lo si fuma, ma a differenza della marjuana crea
dipendenza; l’eroina è una polvere bianca, si ottiene da una lavorazione
particolare dell’oppio. Come Primerio ci aveva
predetto, quando si arriva a Luang Prabang la città non si vede perché completamente
immersa nel verde (e pensare che è la seconda città del Laos). Sono circa le 15
e pioviggina. Andiamo subito in cerca della camera e troviamo Luang Prabang è il gioiello
del Laos, la città forse più antica meglio conservata del Sud-est asiatico.
Dichiarata dall’UNESCO nel 1995 come bene mondiale. Partiamo subito per un giro
della città prima che faccia buio (siamo ai tropici e alle 18.30 è già buio,
poi tenendo conto che piove…). Visitiamo il Wat Xieng Muan che ha una scuola
d’arte per monaci. Poi ci fermiamo a bere la birra laotiana. Luang Prabang è molto bella,
ha tanto verde e sembra più uno dei nostri paesini di montagna piuttosto che la
seconda città del Laos. Ha le case in stile coloniale francese e, sorpresa, c’è
il pane e più precisamente le baguette francesi!! Erano più di trenta giorni
che non vedevamo il pane. In città ci sono poche macchine, ma brulica di gente
in bicicletta o in moto. Ci sono diversi bar e ristorantini per turisti, nonché
negozi. Facciamo le fotocopie di una guida dei miei amici a 50 lire a foglio.
Ci sono numerosi internet point dove si paga una cifra irrisoria. I telefonini
qui non funzionano. Piove. Torniamo a casa e
andiamo a cenare nel ristorantino sotto l’albergo di Primerio. Cena piccante
(100 bath a testa) e piacevole conversazione sotto la pioggia incessante. 18 AGOSTO domenica
Luag
Prabang e dintorni Sveglia alle 7. Ancora
brutto tempo. Colazione occidentale (60 bath a testa) in uno dei tanti locali
stile coloniale. Vediamo il mercato appena allestito, ci sono tante stoffe e
batik. Visitiamo il wat Xieng Thong, il tempio più bello della città. Poi
prendiamo la barca che avevamo contrattato il giorno prima per andare alle
grotte Pak Ou (400 bath per 4 persone, più 50 bath a testa per l’ingresso alle
grotte), dove arriviamo dopo circa un’ora e mezza. Le grotte sono più belle
fuori che dentro. Dentro ci sono solo degli anfratti bui con migliaia di
piccoli Buddha disseminati. Al ritorno, invece di
accettare la sosta propostaci dal barcaiolo in uno dei villaggi probabilmente
turistici lungo il Mekong, facciamo fermare la barca in un uno apparentemente
piccolo e insignificante. Quello che invece vediamo è molto ‘bello’. La povertà
e l’arretratezza in questo villaggio è allucinante, sembra di essere tornati
all’era del fuoco: una cinquantina di persone fra donne, uomini e tanti
bambini, vivono in baracche appena riparate dalla pioggia ma quasi senza porte.
Il pavimento è fatto di terra e il cibo viene cotto su pentole appoggiate su
pietre in mezzo alla capanna. Le donne sono giovani e dai bei lineamenti,
vestite di colori vivaci. I bambini sono proprio tanti e qualcuno è magro con
la pancia troppo gonfia, sembrava di vedere uno di quei documentari sui
problemi alimentari dei bambini africani. Torniamo alla città, piove: monsone
ladro! Malgrado il brutto tempo
saliamo in cima a Phu Si, la collina, (35 bath a testa) per gustarci la bella
vista sul Mekong. Piove ancora e siamo completamente fradici. Ci fermiamo sotto
una pensilina, bellissime comunque la vista sul Mekong. Sotto la pioggia c’è un
via vai di barche a remi e non sul fiume. Qualche barca a remi sfida la
corrente e risale il fiume con remate quasi inutili. Con noi c’è un giovane
monaco buddista che ci racconta un po’ della sue origini. Lui viene da uno dei tanti
villaggi al nord del Laos ed è venuto qui a studiare le lingue, spagnolo e
inglese, e farlo continuando ad essere monaco buddista è l’unico modo per chi
non ha tanti soldi. Tutti i giovani devono fare per due anni il monaco; una
specie di servizio religioso simile al nostro servizio militare… ma certamente
molto più interessante. La sera piove un po’ meno, quasi niente, andiamo a
cenare (60 bath a testa) con i nostri due amici, Anahi e max e due ragazze che
abbiamo conosciuto in barca: una è italiana e sta girando il mondo da 9 mesi,
l’altra è australiana e si sono incontrate per strada. Condivideranno il loro
viaggio per un po’ di tempo. 19 AGOSTO lunedì
Luag
Prabang e dintorni ci alziamo alle 5.30 per
vedere i monaci in giro per la città, li seguiamo per oltre un’ora. Camminano
in fila indiana e sono 10-15. Poi da una laterale sbuca un altro gruppo e poi
ancora un altro. Tutto in religioso silenzio, le offerte, la gente che prega, i
turisti (pochi) che osservano, niente auto o moto. Quando passano i monaci le
donne inginocchiate e con una fascia bianca o colorata a tracolla, mettono un
boccone di riso preso con le punta delle dita dalla loro ciotola (che deve
essere la stessa da cui prendono il loro cibo, visto che nelle ciotole delle
donne rimane sempre tanto riso) per metterla in quella dei monaci e mentre lo
fanno chinano la testa verso il basso. La ciotola dei monaci è portata a
tracolla e arriva all’altezza della vita. Ci sono anche uomini che danno le
offerte, anche loro con le fasce a tracolla, ma sono pochi rispetto alle donne
e non si inginocchiano mai. Finito il giro per la città i monaci tornano al
monastero. Dopo che sono passati i monaci e hanno fatto le offerte, le donne
rimangono alcuni minuti in ginocchio a pregare. Poi colazione simpatica a
base yogurt, the e buonissimi dolci (50
bath a testa). Noleggio bici (40 bath a testa) per giro dentro e fuori
città. Dopo tre giorni di pioggia è finalmente arrivato il sole. Ci fermiamo di
nuovo al mercato, sempre molto simpatico, compriamo due batik e tre sciarpe in
seta a 80 bath l’uno. Tante farfalle che svolazzano in giro. Si fa poi il giro
dei templi (due sono a pagamento, 40 bath l’uno a testa) visti e non visti il
giorno prima, col sole è diverso. Appena si esce dalla città la strada non è
più asfaltata, si muovono tutti in mezzo al fango. A causa del monsone di
questi giorni l’affluente del Mekong è altissimo e in alcuni punti è esondato.
E’ bello vedere la gente locale passare con indifferenza a piedi o in
bicicletta sulle strade allagate dal fiume in piena. Il fiume è lento ma
imponente, marrone-fango per tutto il suo tratto, in mezzo ci sono diversi
alberi e sterpaglie. Usciamo dalla città e dopo Proseguiamo. Dopo aver
guadato il pezzo di strada sommerso dall’acqua, a Non proseguiamo in cerca
della tomba dell’esploratore francese Mauhot, qui morto per malaria, perché
dalla guida non si capisce quanto lontano possa essere. Torniamo invece in città per
osservare finalmente il tramonto dalla collina. C’è un sacco di gente, il
tramonto è stupendo in mezzo alle rosse nubi e con i riflessi sul Mekong. Le
zanzare incombono. Ci informiamo in più agenzie
del centro sul bus per l’indomani mattina per Vientiane. Parte sia alle 6 che
alle 7 e il viaggio dura circa 10 ore, però dipende dalla strada. Ci dicono che
il biglietto è meglio farlo da loro e non c’è differenza di prezzo rispetto al
biglietto fatto in stazione: non ci fidiamo. Infatti faremo il biglietto in
stazione, prima di salire in autobus, e ci costerà il10% in meno (100 bath a
testa). Ceniamo (60 bath a testa) e andiamo
a letto. 20 AGOSTO martedì
da Luag Prabang a Vientiane ci alziamo presto. Con un
tuk tuk ci facciamo portare alla stazione degli autobus quasi un’ora prima, in
modo da essere sicuri di trovare posto. Prendiamo il biglietto e facciamo colazione
in una delle tante baracche della stazione. L’autobus è pieno, con 6/7 turisti.
Partiamo alle 6.30. Il viaggio dovrebbe durare 7
ore, in realtà ne durerà 10, e sembra sia una cosa normale. Il tutto per
percorrere circa Ma il viaggio è stato bellissimo.
In mezzo a montagne e villaggi rurali. Contadini al lavoro e mercati. Proprio molto bello. La strada era a tratti non
asfaltata e in certi posti la pioggia dei giorni precedenti aveva creato degli
smottamenti che si erano portati via la strada. Dei cingolati stanno
ripristinando il tratto e la corriera deve prendere la rincorsa per riuscire ad
uscire dal fango. Ci dirà poi Primerio, che
era andato nella valle delle giare, che anche lui ha avuto problemi simili e
hanno dovuto addirittura attraversare a piedi il tratto interrotto e aspettare
una corriera che arrivasse dall’altra parte a prenderli; hanno aspettato 6 ore,
a mezzanotte è arrivata la corriera! Arrivati a Vientiane
troviamo Andiamo a vedere il tramonto
sul lungo fiume, dove ci sediamo e ci facciamo una birra. C’è molta gente che
come noi osserva il tramonto. Ovviamente nessuno è in costume. La cosa che ci è
sembrato tanto strana è notare lì vicino una palestra (in realtà un pavimento
in cemento e un tetto) con musica occidentale a tutto volume e tantissima gente
che faceva aerobica, guidati da un istruttore. Devo dire che ciò ha tolto un
po’ di incantesimo a questa città. Dopo il tramonto andiamo a
vedere l’interno della città e andiamo a cena. 21 AGOSTO mercoledì
Vientiane
Ci alziamo con tranquillità,
facciamo colazione (150 bath in due) sulla strada lungo il fiume e prendiamo a
noleggio una bici (80 bath a testa per l’intera giornata). Talat Sao, il mercato
mattutino molto simpatico, è quasi tutto coperto. Vicino a questo, oltre il
terminal degli autobus c’è il Talat Khua Din, immerso letteralmente nel fango,
ma molto rustico e simpatico e dove si possono trovare prodotti ortofrutticoli,
fiori, tabacco e altro. Saliamo sul Patuxai, un
grande monumento simile all’arco di trionfo di Parigi, costruito nel 1960 con
il cemento regalato dagli Stati Uniti
per costruire l’aeroporto, per questo viene anche simpaticamente
chiamati “la pista verticale”. Dall’alto si ha una buona vista di Vientiane,
delle sue strade poco asfaltate, del suo scarsissimo traffico, del Mekong e
della piccola città. Continuamo in bici per il
Wat Sok Pa Luang, famoso per la sauna alle erbe medicinali preparate dai laici
che vivono nel tempo e per i corsi introduttivi di Meditazione Viapassana. Tornando in città visitiamo
il Wat Si Saket, costruito nel 1818 e forse il più antico tempio ancora
esistente a Vientiane. Le mura interne sono tutte crivellate di piccole nicchie
con più di 2000 Buddha al loro interno in argento e ceramica. Nel rcinto
interno al Wat ci sono alberi di banane, di cocco, di mango e vasi di
bouganvilee. Molto bello. A Andiamo al museo ma è chiuso
e ci consoliamo con un dolce alla nuova pasticceria Scandinavia, nel centro
della città. Continuamo la visita con il
Wat Mixai, circondato da una veranda nello stile di Bangkok e fiancheggiato da
due nayak (giganti guardiani). Al Wat Oneg Teu Mahawihan
incontriamo Primerio che ci racconta essere tornato anzitempo dalla piana delle
giare, appunto per i problemi di trasporto. Questo tempio è uno dei più
importanti di tutto il Laos, anche questo distrutto nelle guerre con il Siam e
ricostruito nel XIX e nel XX secolo. Ha un grandissimo Buddha di bronzo
all’interno. Molto interessante. Con Primerio andiamo al Wat
Si Muang, il tempio più frequentato di tutta Vientiane. E’ il luogo che ospita
il pilastro fallico della città ed è considerato la casa dello spirito
protettore di Vientiane. Intorno al pilastro ci sono molte immagini del Buddha. Andiamo sul fiume a farci un
birra con Primerio. Piove. Ceniamo con Primerio in una
delle tante bancarelle lungo la strada (250 bath in due). Dopo cena facciamo un
ultimo giro sul lungo fiume sotto una leggera pioggia. Sull’altra sponda si
notano le luci della Thailandia. I telefonini qui funzionano perché ricevono il
campo thailandese. 22 AGOSTO giovedì
da Vientiane - confine – a Korat in
Thailandia colazione su un bar del
lungo fiume (80 bath in due) poi a piedi andiamo al museo più importante di
Vientiane, il Museo di Storia Nazionale Laotiana… particolarmente interessanti,
per chi non è stato nella Valle delle Giare, le giare sistemate nel giardino
del museo. Poi, con tutti i bagagli, in tuk-tuk fino al mercato mattutino
(Talat Sao) che è proprio vicino al terminal dei bus. Facciamo un veloce giro
per il mercato che, in certi punti, è impraticabile per la quantità di melma
per terra. Malgrado molti tuk-tuk ci offrano per pochi soldi il trasporto fino
al Parco del Buddha (Xieng Khuan), prendiamo il bus (strapieno ma simpatico).
Arriviamo al parco dopo una ventina di km (tuk-tuk +bus 60 bath in due). Il
parco è una bizzarra collezione di gigantesche statue hindu e buddhiste, ma è
tutto allagato per l’esondazione del Mekong. A tutto c’è soluzione: su una
barca, trainata a mano da un laotiano che ha l’acqua fino alla cintola,
visitiamo il parco! Simpatico e molto bello(85 bath in due). Riprendiamo il bus per il
Ponte dell’Amicizia che segna il confine tra Laos e Thailandia. Sono le 13.
Controllo dei passaporti (10 bath a testa di ‘tassa’); bus, gratis, per
attraversare il ponte e poi nuovo controllo passaporti al confine thailandese.
Da qui un pik-up, sempre gratis, ci porta fino alla stazione dei tok-tok,
adiacente a quella degli autobus. Né alla stazione degli
autobus, né alla stazione dei tok-tok troviamo qualcuno che parli inglese. In
qualche modo facciamo capire che vogliamo andare a Nakhon Ratchasima
(Khorat).Ci indicano un autobus che parte immediatamente (alle 14.30, 118 bath
a testa)) e ci invitano a salire. …non sapevamo che quell’autobus avrebbe fatto
tantissime lunghe soste lungo il percorso e che per percorrere Per strada vediamo uno
spaccato di vita locale, molti studenti salgono e scendono dall’autobus. I
ragazzi con camicia bianca a maniche corte e pantaloni blu; le ragazze con
gonnellina a pieghe blu e camicetta bianca. Arriviamo a Korat alle 23.
Con tuk-tuk (50 bath) andiamo al Siri Hotel (120 bath con bagno in camera).
Cotti andiamo a letto. 23 AGOSTO venerdì
Korat
– Phimai – Nang Rong Ci alziamo presto e torniamo
con tok-tok alla stazione degli autobus. Nel tragitto vediamo, per la prima
volta in città, degli elefanti da lavoro. Prendiamo il bus delle 8 per Phimai,
dove arriviamo alle 9.50 (35 bath a testa). Lungo il tragitto stupendi paesaggi
di risaie e verdi di varie tonalità. Phimai è un paesino tranquillo con strani
trattori (rot kaset), caratteristici del luogo. La gente locale è gentilissima
ma non parla inglese. Lasciamo gli zaini in un negozio di fotografia, non vuole
niente per il disturbo. Andiamo subito a visitare
Phanom Rung e Prasat Hin Phimai, le bellissime e ben tenute rovine del periodo
Angkor (40 bath a testa). Prendiamo poi un riscò a
pedali per andare all’esterno del paese ( Cesso: il cesso non ha
scarico dell’acqua, neanche negli alberghi. C’è un rubinetto (multiuso!!)
vicino al Water dove viene posto un secchio ed una scodella di plastica. Quando
si usa, bisogna prendere l’acqua dal
secchio con la scodella e versarla nel water… 24 AGOSTO sabato
Nang Rong – Phanom Rung - Korat Facciamo
colazione all’Honey Inn (60 bath in due) e noleggiamo una loro moto (250 bath per l’intero giorno). In un’ora
arriviamo a Phanom Rung (80 bath in due); è su una collina e ha una vista
bellissima sull’orizzonte. E’ un fantastico parco storico con templi khmer
costruiti tra il X e il XIII secolo. Lungo la strada bellissimo il paesaggio
con i contadini che lavoravano nei campi.
Poi, a Con il tempo che minaccia
pioggia, con stupendi panorami all’orizzonte e con bellissimi campi di riso
lavorati da colorati contadini, torniamo, verso le 15, all’Honey Inn.
Consegnamo la moto e prendiamo il bus per Korat (90 bath in due) dove arriviamo
alle Andiamo subito a passeggiare
per la città, pulita e senza turisti. Presso la porta Cumphon, sul lato
occidentale del centro, ci imbattiamo in
un santuario venerato da tantissimi fedeli., è il santuario dedicato alla
memoria di Thao Suranari (conosciuta
anche con il nome di Khun Ying Mo), una
coraggiosa donna thailandese che condusse gli abitanti locali in una battaglia
contro gli invasori laotiani durante il regno di Rama III (1824-51). Nel
santuario sono esposti centinaia di oggetti molto singolari, come un modello di
autobus del luogo, lasciato in offerta per garantire la protezione dello
spirito di Thao Suranari. I devoti sono spesso uomini e donne giovani che
offrono piccole foglioline d’oro e le appoggiano sulla statua della donna o su
altre statue sottostanti. Molti offrono delle ‘collane’ di fiori comprati in un
chiosco vicino. Altri offrono al tempio noci di cocco aperte e pronte per essere
bevute con la cannuccia (in perfetto stile di altri templi). Uomini e donne
accendono delle bacchette d’incenso che tengono fra le mani giunte mentre, in
ginocchio, pregano verso la statua. Il rito è inchinarsi verso terra e
rialzarsi più volte e alla fine offrire al tempio le foglioline d’oro e le
collane di fiore fresci. Vicino c’è un palco con dei cantanti che vengono
pagati dai fedeli per intonare canzoni religiose. E’ ormai buio, facciamo un
giro per le vie centrali, vediamo altri templi ma non erano interessanti.
Ceniamo sulla via del ritorno (60 bath in due). 25 AGOSTO domenca
Korat-Ayuthaya
prendiamo il tuk-tuk per la
stazione degli autobus (40 bath) e vediamo per le strade del centro degli
elefanti condotti a mano. Prendiamo il bus di 1° classe per Ayuthaya (2,5 ore,
314 bath in due). Prendiamo la camera in una Guest House (250 bath) e con le
biciclette (80 Bath per due) cominciamo la visita del parco storico di Ayuthaya
(XIV-XV secolo), dichiarato Patrimonio dell’Umanità (60 bath a testa per due
ingressi). Piove e ci fermiamo al Wat Na Ohra Meru. Piove tanto, e per la prima
volta siamo veramente bloccati per la pioggia. Ci fermiamo a mangiare nel primo
ristorantino che troviamo (105 bath in due), aspettando che spiova… siamo
bagnati e mangiamo veramente male.. abbiamo anche freddo. Torniamo alla nostra
Guest House (the , 40 bath). Continua a piovere. Con l’ombrello andiamo a
cenare al mercato davanti al Palazzo Chan Kasem (90 bath in due), ma
decisamente troppi topi (pantegane) sbucano dalle vicine porte del mercato…
anche troppi mendicanti che chiedono insistentemente l’elemosina.. lasciamo lì il cibo e torniamo
alla nostra Guest House dove mangiamo qualcosa insieme agli altri turisti..
giornata da dimenticare: pioggia, topi e sporcizia. Andiamo in internet (15
bath) e poi a letto. 26 AGOSTO lunedì
Ayuthaya - Bangkok ci alziamo presto,
finalmente una bella giornata, abbiamo fatto bene a decidere di fermarci qui
una notte. Noleggiamo nuovamente bici (50 bath in due) fino a mezzogiorno.
Visitiamo il Wat Lokaya Sutha, famoso per il Buddha in slip, poi andiamo al
Tempio di Phu Khao Thong ( Infine andiamo al Wat Phanan
Choeng che sembra di origine khmer (XIV secolo); per raggiungerlo parcheggiamo
le bici e prediamo un traghetto che attraversi il fiume pieno di piante
acquatiche… bellissimo il sole su tutto. Alle 12 prendiamo al volo
bus per Bangkok (80 bath in due), dove arriviamo dopo circa tre ore, dopo aver preso altri tre bus locali per
arrivare a Khao San Road. Prendiamo la camera nello stesso albergo dell’arrivo
(300 bath in due). Confermiamo il volo chiedendo all’agenzia di farlo per noi
(20 bath). Decidiamo poi di cedere al “viaggio organizzato” per la giornata di
domani.. muoversi con i mezzi pubblici e riuscire a vedere tutte le cose in un
giorno è impossibile. Prendiamo tour organizzato per vedere (325 bath a testa),
in un giorno, il mercato galleggiante di Damnoen Saudak, il famoso Ponte sul
fiume Kwai (da cui il film) e il monumento buddista più alto del mondo, il Phra
Pathonm Chedi, alto Andiamo quindi, con il bus
n° Ceniamo in giro per Khao San
Road e poi a letto. 27 AGOSTO Martedì
Mercato gallegg.-Ponte sul fiume Kwai – P. P.
Chedi si parte alle 6.30 del
mattino con pulmino dell’agenzia, diretti al mercato galleggiante di Damnoen
Saudak( Ci fermiamo in una fabbrica
di zucchero di cocco, è buono, marroncino e consistente. Puntiamo verso Kanchanaburi
dove si trova il cimitero di guerra degli alleati e il ponte sul fiume Kwai. Il cimitero è ben curato,
con prati verdi e fiori rigogliosi. E’ uno dei tre nella zona e custodisce le
spoglie dei soldati alleati morti in prigionia durante la seconda Guerra Mondiale. Poco distante ma vicino al
centro si trova il Ponte sul Fiume Kwai, famoso per l’omonimo film. Il ponte fa
parte della ferrovia costruita nel 1942 per assicurare un percorso alternativo
ai rifornimenti necessari ai giapponesi per la conquista del Myanmar e di altri
paesi asiatici verso ovest. La costruzione della ferrovia ebbe inizio nel 1942
e impiegò solo 16 mesi (per Ci rimettiamo sul pulmino e,
dopo aver mangiato, puntiamo su Nakhon Pathom ( Saltiamo velocemente sul
pulmino e torniamo sorbendoci il traffico caotico di Bangkok. Alle 20 abbiamo appuntamento
con max e Anahi per cenare insieme. Lo facciamo con il pesce, all’aperto, non
lontano da Khao S. Road, sulla strada che porta al molo. Dopo cena prendiamo il tuk
tuk e andiamo nella zona di Patpong dove c’è un mercato notturno viavace e dei
localini che, curiosi, siamo entrati a vedere: spogliarelli assurdi di donne
mal fatte… brutto!!! Comunque una specie dei nostri mille lire. 28 AGOSTO Mercoledì
Bangkok: Wat Phra Kaew e Palazzo Reale Dopo colazione andiamo a
piedi a visitare il Palazzo reale e il Wat Phra Kaew (detto anche Tempio del
Buddha di Smeraldo) che sorgono uno accanto all’altro. Prima dell’ingresso il
traffico sia pedonale che automobilistico viene fermato per l’uscita dal
Palazzo Reale del Sultano del Brunei in visita ufficiale in Thailandia. Il
numero di auto al seguito è impressionante e lui esce verso la metà del corteo,
da solo in auto, salutando tutti i passanti con la mano.. Il palazzo Reale (50 bath a
testa) ed il Wat ( Nel pomeriggio facciamo spesa
lungo Khao San Road; si possono trovare varie imitazioni di tutte le marche a
prezzi assurdamente bassi. Vale decisamente la pena prendersi una serie di
camicie a pochi euro l’una… Verso sera, con i nostri
amici prendiamo lo Sky Train che offreuna bella vista su tutta la città e poi
torniamo in prossimità del molo con il battello… molto bello questo giro… 29 AGOSTO Giovedì
Bangkok: aereoporto Ci alziamo la mattina,
facciamo i bagagli e facciamo un ultimo giro per comprare un libro della lonely
Planet della Thailandia e altre varie cose… Poi andiamo in aereoporto in
taxi per il volo delle 13.30.. Volo da BKK alle 13.30 Arrvi a taipei 18.15 3,5 ore di volo Partenza da taipei alle
20.45 Arrivo ad abudabi 5.30 8,5 ore di volo Partenza da abudabi alle
6.20 Arrivo a roma alle 12.30 del
30 agosto 6,5 ore di volo in totale 18,5 ore di volo
effettivo. |